Scopri come ‘contattare’ il tuo cane che non c’è più: la notte magica del 27 ottobre
Hai mai sentito parlare del 27 ottobre, la notte in cui — secondo una leggenda antichissima — i nostri amici a quattro zampe defunti tornano sulla Terra per salutarci?

Hai mai sentito parlare del 27 ottobre, la notte in cui — secondo una leggenda antichissima — i nostri amici a quattro zampe defunti tornano sulla Terra per salutarci?
Ogni anno, migliaia di persone raccontano di aver sentito la presenza del proprio cane o gatto scomparso, di aver percepito un segno, un profumo o un rumore familiare. Si dice che, proprio in questa notte, il “Ponte dell’Arcobaleno” si apra per qualche ora, permettendo agli animali di far visita ai loro umani per un ultimo dolce saluto.
In questo articolo scoprirai come contattare il tuo cane che non c’è più, come preparare un piccolo rito d’amore per accoglierlo e tutto quello che c’è da sapere sulla leggenda del 27 ottobre, diventata virale tra gli amanti degli animali in tutto il mondo.
1. Perché il 27 ottobre è un giorno “magico” per gli animali defunti
La leggenda vuole che nella notte tra il 26 e il 27 ottobre — o proprio la sera del 27 ottobre — accada un’apertura sottile tra il mondo dei vivi e quello dei defunti. In particolare, per gli animali domestici.
In Messico la ricorrenza è chiamata Noche de los Espíritus Animales (“Notte degli Spiriti Animali”) ed è associata al ciclo del Día de los Muertos.
Si narra che gli amici a quattro zampe che abbiamo amato e che non ci sono più — cani, gatti, altri animali domestici — possano tornare per alcuni istanti a “visitarci” per ricordarci che il legame non si spezza.
Questa idea toccante è diventata negli ultimi anni un rituale affettivo molto condiviso: accendere una candela, preparare il loro cibo preferito, mettersi un momento in silenzio e lasciare che l’amore che avete condiviso parli.
2. La leggenda del Ponte dell’Arcobaleno per i nostri pet
Una parte fondamentale della narrazione è il concetto del “Ponte dell’Arcobaleno”.
Quando un animale domestico muore, secondo la leggenda attraversa un ponte fatto di luce e colori dell’arcobaleno per arrivare in un luogo di pace, dove non esiste più dolore né sofferenza.
Poi, nella notte speciale del 27 ottobre, quel ponte si “riallinea” con il nostro mondo: è come se una porta si aprisse e permettesse all’anima del nostro amico peloso di tornare, per un momento, a trovarci.
Per chi ama i cani (e per chi li ha persi), questa immagine è potentissima: non è solo un addio, ma una trasformazione dell’amore che continua. Anche se il corpo non c’è più, la presenza rimane. E quella notte si può sentire, forse.
3. Origine della tradizione: dalla cultura messicana al nostro cuore
L’usanza del 27 ottobre dedicata agli animali defunti affonda le radici nelle tradizioni indigene e nelle festività del Messico.
Gli Aztechi credevano che ogni persona avesse uno “spirito animale guida” (nagual o tonal) che la proteggeva.
Con il passare del tempo e l’influsso del cattolicesimo, queste credenze si sono mescolate con il rito del Día de los Muertos, fino a includere anche gli animali domestici come parte integrante delle anime da onorare.
Oggi, in Italia e in altri paesi, molte persone adottano questa idea per dare un senso al lutto per un animale e trasformare la perdita in un atto di memoria amorevole — in particolare la sera del 27 ottobre.
4. Come “contattare” il tuo amico a quattro zampe che non c’è più
Se vuoi davvero rendere speciale la notte del 27 ottobre — e sentire, nel silenzio, la presenza del tuo cane che amavi — ecco un rituale semplice da seguire:
Preparazione dell’altare
- Scegli un angolo tranquillo della casa, magari in una stanza che il tuo cane frequentava o amava.
- Posiziona una foto del tuo amico a quattro zampe oppure il suo collare, la pallina preferita o il ciotola che usava.
- Accendi una candela: la luce rappresenta la via che lo connette a noi.
- Metti un piatto con il suo cibo preferito e una ciotola d’acqua: perché, secondo la leggenda, lo spirito torna — e “trova” quelle attenzioni.
- Aggiungi dei fiori — in Messico si usa il cempasúchil, il “fiore del morto”, che simboleggia la luce e guida le anime.
Durante la notte
- Tieniti in silenzio, magari seduto accanto all’altare, e lascia che i ricordi fluiscano.
- Puoi parlare al tuo cane: raccontagli quanto gli vuoi bene, ringrazialo per la vita che avete condiviso.
- Se vuoi, fai un piccolo pensiero o preghiera: “Sei libero, corri felice, ma io ti sento”.
- Al mattino, puoi fare un piccolo gesto simbolico: spegni la candela ringraziando, magari lasciando un oggetto sul suo posto.
Perché questo funziona
Questo rito non è solo superstizione: è un modo per dare voce al lutto, per onorare la relazione e trasformare l’assenza in presenza. Quando amiamo un cane, sappiamo che non era “solo” un animale, ma un compagno di vita. Celebrarlo aiuta noi stessi a guarire.
5. Perché questa giornata è importante per chi ha amato un cane
- Perché ti ricorda che l’amore vero non finisce con la morte.
- Perché dà dignità a un lutto che spesso viene minimizzato: perdere un cane è una perdita reale.
- Perché crea un momento di connessione: tu, il tuo ricordo, il suo spirito.
- Perché trasforma la nostalgia in gratitudine: non solo “mi manca”, ma “grazie per esserci stato”.
Se sei un amante dei cani e hai perso un amico peloso, la notte del 27 ottobre può diventare un rito di speranza, non solo di dolore. Un segno che quel legame rimane, e che ogni tanto — forse solo per una notte — il tuo cane torna a salutarci.
Conclusione: non è un addio, è un arrivederci
Il 27 ottobre non è una festa ufficiale ovunque, ma è la notte in cui possiamo credere che i nostri cani defunti tornino a farci visita. Non come spiriti spaventosi, ma come presenze silenziose che ci ricordano che non siamo soli, che abbiamo amato e siamo stati amati.
Se senti un soffio al tuo petto, un rumore leggero che assomiglia ai passi delle loro zampe, fermati. È forse un saluto. E se accendi una candela, metti una ciotola, accendi il ricordo: stai dicendo “ti aspetto ancora”.
Amici di quattro zampe: non sono mai davvero andati via. E nella notte del 27 ottobre, forse la porta si apre.
Con amore per ogni coda che ha scodinzolato e per ogni zampa che ci ha camminato accanto.
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