Si chiamava Briciola, un incrocio tra chihuahua e pinscher, il cane deceduto ad un’età da record: 30 anni!
Briciola viveva insieme alla sua inseparabile famiglia a Chirignano (Venezia), in una casa con giardino poco distante dalla pizzeria Positano, in via Trieste. Il piccolo cagnolino è volato sul ponte dell’arcobaleno la notte tra sabato 21 e domenica 22 luglio 2012, poco dopo le 24, lasciando un grande vuoto nella famiglia che oltre trent’anni fa gli aveva spalancato le porte, quando era ancora un cuccioletto. Purtroppo un vero e proprio crollo fisico ha debilitato il suo corpo e i suoi movimenti, così ha raccontato l’ultimo periodo la padroncina Nicoletta Trevisanato: «Nell’ultima settimana ha avuto un crollo totale: non camminava più, bisognava portarlo a bere in braccio o dargli l’acqua con la siringa. Magrissimo, si era consumato poco a poco. Da sabato rifiutava il cibo e solo ogni tanto sembrava riprendersi un po’, muoveva le zampine, leggermente l’occhio e abbaiava flebilmente. Poi l’abbaio diventava più forte, quasi volesse chiamarci tutti al suo cospetto e ribadire il suo ruolo di capobranco più anziano tra i membri della famiglia. È sempre stato un cane forte, sembrava non volesse morire o non ne fosse capace». Così Nicoletta ricorda il piccolo 4 zampe: «Mi ricordo ancora quando è arrivato a casa, ero al ginnasio e stavo studiando: mi chiamarono giù i miei genitori per farmi vedere questo “sbirulino”. Non si riusciva a prenderlo, era velocissimo e con un musetto bellissimo. Speriamo che adesso, dovunque lui sia, stia bene». Non è dato sapere quale sia stato il segreto della lunga vita di Briciola. Né stabilire con esattezza l’età, come avviene ora che la scienza ha fatto passi da gigante. La sua padroncina però, al momento del suo arrivo, di anni ne aveva 14, oggi ne ha 30 di più e Briciola non era neanche un cucciolo quando è stato adottato. Di recente a visitarlo è stato il direttore del Dipartimento di Scienze cliniche veterinarie dell’università di Padova. Il professore l’ha esaminato, e al cane è stato rilasciato un attestato di “vecchiaia”. L’ospedale veterinario non ha stabilito l’età con certezza, ma ha chiaramente inquadrato il suo essere “speciale”. Per la sua famiglia, però, «l’importante non è che sia o meno entrato nel Guinness dei primati per i dati anagrafici, ma per l’affetto che in tutti questi anni ha saputo donare».