L’arrivo del cucciolo

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L’arrivo di un cucciolo in una famiglia determina spesso entusiasmo e scompiglio che mai, però, dovrebbero far perdere di vista al neo-proprietario le esigenze del piccolo, fin dai primi giorni.
Sebbene sia di vitale importanza garantire a quest’ultimo un’ottima alimentazione, un “angolino tutto suo” e tutte le cure sanitarie necessarie, è bene ricordare come sia altrettanto importante impostare, fin dall’inizio, delle “piccole regole di vita” che renderanno il vostro rapporto con il nuovo arrivato sempre più stretto ed equilibrato. Infatti, non bisogna dimenticare come il “vostro batuffolo di pelo” diventerà (a volte anche troppo velocemente !) un cane adulto, con un proprio carattere, frutto non solo di predisposizioni di razza ma, in particolar modo, delle esperienze relazionali che vivrà nel periodo infantile.

Si ricorda, innanzitutto, come sia un grave errore adottare un cucciolo prima della 6°-8° settimana di vita, privandolo dell’opportunità di interagire con la madre ed i fratelli ed impedendo uno dei primi processi di apprendimento, definito impregnazione. Il rapporto con i suoi consimili, soprattutto attraverso il gioco, permetterà a quest’ultimo di imparare le prime regole di comunicazione intraspecifica e di adottare un giusto comportamento esplorativo nei confronti del piccolo mondo che lo circonda. Infatti, nelle prime settimane si verifica la cosiddetta “esplorazione a stella”, nella quale unico punto di riferimento resta sempre e comunque la madre. Essa tenderà a rassicurarlo, quando necessario, fino a quando stimoli presenti nell’ambiente inizieranno a divenire familiari, tanto da non destare più nessuna reazione. Inoltre, ciò permetterà anche un corretto grado di socializzazione con individui non conspecifici, uomo compreso, i quali verranno riconosciuti come veri e propri partner sociali (nel filmato potrete vedere l’interazione di un cane, correttamente socializzato da cucciolo, con un individuo sicuramente di altra specie !). La mancanza di queste interazioni porta a gravi disturbi del comportamento, a volte difficilmente risolvibili, come vere e proprie fobie nei confronti di stimoli esterni, verso i quali non sono stati adeguatamente sensibilizzati (ricordiamo per esempio la paura dei temporali) o comportamenti di esitamento od addirittura di aggressione predatoria nei confronti di chi non hanno avuto modo di conoscere nel periodo sopra descritto, sia che esso sia conspecifico che non, oltre che a varie forme ansiose.

Inoltre, in questo periodo i cuccioli sviluppano anche l’attaccamento a luoghi, siti od oggetti per i quali non solo l’ingresso in un nuovo ambiente sarà meno traumatico, ma sarà anche possibile osservare una migliore risposta all’utilizzo di collari, pettorine e guinzagli, oltre che allo sviluppo di una preferenza per il substrato ed il luogo delle evacuazioni, importante, dunque, per una corretta educazione ad eliminare le deiezioni. Una volta giunto a casa, invece, cerchiamo di non assillare il cucciolo, ma lasciamo che esso abbia il tempo di ambientarsi nel nuovo ambiente, esplorandolo autonomamente ed intervenendo solo nei momenti in cui esso stesso ci induce ad interagire (vedrete che questi momenti saranno sempre maggiori !). È importante anche istaurare, fin dal principio, un corretto “modus comunicandi” evitando urli e rumori che potrebbero solo infastidire ed agitare il nuovo arrivato. In effetti, l’attenzione del cucciolo è facilmente stimolabile attraverso un normale tono di voce, preferendo lunghe note interrotte per calmarlo o segnali acustici brevi e rapidamente decrescenti (basta un secco “NO” !), per bloccare immediatamente qualsiasi comportamento a noi non gradito. Infine, è di importanza fondamentale non dimenticarsi mai come il “vostro amico a quattro zampe” sia caratterizzato da una sua “soggettività” e da caratteristiche etologiche da rispettare in ogni momento.

In altre parole, il vostro cucciolo non è sicuramente un mero oggetto, ma neanche il sostitutivo di un bimbo o di un figlio. Infatti anche queste ultime opzioni relegano “il piccolo” in un ruolo sociale troppo oneroso, che potrebbe condurre allo sviluppo di ansie, frustrazioni e disturbi dell’area emotiva. È bene dunque premiare sicuramente il cucciolo per ogni comportamento che noi vogliamo enfatizzare, magari con un bocconcino di cibo da elargire immediatamente dopo l’atto (ossia, entro il mezzo secondo!), quanto punirlo in circostanze poco consone, evitando, in ogni caso, il confronto fisico. Questo perché in animali con un carattere già di per sé dominante, l’atto violento non fa che incentivare, nel tempo, comportamenti agonistici ed, infine, aggressivi. È bene invece, impostare fin dai primi giorni, nell’ambito della relazione, regole costanti e generalizzabili, che stabiliscano il giusto ordine gerarchico, il cui vertice deve essere di nostra competenza.

Non sarà dunque “crudele” insegnare al cucciolo a mangiare dopo di noi, fornendogli la ciotola solo quel tanto che basta per finire la sua razione del momento (non dimentichiamo che i cagnolini devono mangiare almeno 5 volte al giorno, almeno fino al 4° mese) e non elargendogli assolutamente niente durante il nostro di pasto. Inoltre, evitiamo che il nostro divano e il nostro letto diventino “suoi”. Questi piccoli accorgimenti hanno un importante risvolto etologico.
È per questo che chiunque fosse interessato ad adottare un cane dovrebbe quasi obbligatoriamente informarsi in merito al comportamento, attraverso libri di testo o direttamente dal Medico Veterinario.

Dottoressa Francesca Serafini
La Dott.ssa collabora con la Clinica Veterinaria Dannunziana (dir.san. Massimo Sciannimanico) con particolare interesse verso Pronto Soccorso, Medicina interna, Radiologia e Laboratorio.