Tante volte succede che in una famiglia di soli adulti con un cane, arrivi “la cicogna” a portare un bambino.
L’evento, miracoloso per la gioia che porta con sè, può dare non pochi pensieri se non si conosce la reazione che il proprio cane potrebbe avere verso il bambino. Mai come in questo periodo le cronache nere dei quotidiani ci propinano notizie di aggressioni anche gravi da parte di cani di famiglia verso bambini e neonati.
Ecco cosa succede nella mente del nostro cane e come fare per evitare il peggio.
Il cane tenuto da una coppia di giovani sposi è spesso trattato alla stregua di un bambino, vezzeggiato e coccolato con tutte le attenzioni possibili. Spesso il cane diventa un sostituto affettivo del bambino che non c’è, oppure più semplicemente gli si può dedicare tutto il proprio tempo libero non avendo altri “cuccioli” a cui pensare. La mente del cane però non è come la nostra ed antropomorfizzare i suoi comportamenti dando loro una valenza umana non è corretto e può diventare fonte di problemi. Vedo spesso le persone confondere delle esplicite richieste di attenzioni da parte del cane (spesso troppo vizato) con gesti di affetto. Il cane che ci spinge il braccio con il muso mentre siamo a tavola ed “esige” la sua parte dalla nostra razione di cibo, non ci sta dimostrando affetto! Il cane che sale sul divano mentre stiamo guardando la televisione e pretende di stare in un luogo rialzato ed ambito, quindi di dominanza, non sta cercando un contatto con noi “perchè ci vuole tanto bene”. Il cane che ci porta la pallina per giocare o il guinzaglio per uscire in passeggiata non sta dimostrando il desiderio di passare un pò del suo tempo con noi, ci sta “ordinando” di dargli da mangiare o di portarlo al parco. Ecco quindi che come sempre molti dei problemi più comuni di convivenza tra le nostre due specie derivano da fraintendimenti e incomprensioni. Sembra impossibile eppure dopo tanti anni di convivenza forzata dobbiamo ancora imparare a dialogare e a capire i messaggi della comunicazione. Ecco quindi che un cane despota indiscusso della nostra casa troverà particolarmente difficile accettare l’arrivo di quel “mocciosetto” che oltre a strillare come un indemoniato gli ruba anche l’affetto esclusivo ed incondizionato dei suoi “sudditi”. Spesso con la nascita del bambini al cane vengono tolte prerogative importantissime ai suoi occhi: non può più dormire in camera da letto con i genitori del piccolo, non può più salire loro in braccio quando vuole, non lo accarezzano più con la stessa frequenza di prima per un fatto di igiene del pupo, gli vengono detti i primi no, non lo si lascia avvicinare a quella strana cosa che urla ed attira l’attenzione di tutti gli astanti. Per il nostro cagnolino dev’essere proprio un trauma! Se poi si opta per la soluzione drastica di “sbatterlo in giardino”, allora la frittata è fatta!
Cosa fare quindi?
L’ideale sarebbe pensarci con abbondante anticipo ed in effetti ho avuto molta soddisfazione con le coppie che si sono rivolte al mio ambutorio per un consulto appena lei scopriva di essere “in dolce attesa”. Avendo a disposizione 9 mesi ho potuto correggere molto bene il comportamento del loro cane, ottenendo non solo molte garanzie sull’accettazione del nascituro ma migliorando notevolmente la convivenza con i membri di tutta la famiglia. Se invece ci poniamo il problema del cane al termine della gravidanza o addirittura quando il bambino è già arrivato a casa e il cane inizia a manifestare atteggiamenti di intolleranza nei suoi confronti, non commettiamo l’errore di esiliare il cane irrimediabilmente o addirittura di allontanarlo da casa. E’ necessario fargli capire che il nuovo arrivato non è una minaccia per lui ma semplicemente un nuovo membro del “branco” del quale prendersi cura e con cui condividere giochi e coccole. Ecco perchè il cane in presenza del bimbo non andrà allontanato ma al contrario dovrà essere coccolato e tenuto in considerazione più del solito affinchè associ alla presenza del nuovo arrivato solo sensazioni positive e piacevoli. Un discorso a parte meritano i cani dissocializzati, come quelli tenuti a catena o chiusi in giardino senza possibilità di contatto con persone e bambini. Molti di questi soggetti non sanno cosa sia un bambino il quale, avendo odori e suoni diversi da un adulto può evocare in questi soggetti una pericolosissimma aggressività predatoria. Il cane pensa quindi che si tratti di una preda della quale cibarsi. Per fortuna questi episodi sono oggi molto rari.
dr. Diego Cattarossi
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