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I pro e i contro degli allevamenti amatoriali

chihuahua allevamento amatoriale

La scorsa settimana abbiamo approfondito la differenza fra allevamenti professionali e amatoriali ed evidenziato le caratteristiche che un allevamento “ideale” dovrebbe avere.

Oggi parleremo di: Allevamenti Amatoriali

Si è visto che chi alleva, oltre a curarsi degli aspetti legati alla selezione delle razze, dovrebbe avere una buona conoscenza delle fasi di sviluppo del cucciolo (periodi sensibili) e dell’importanza che queste rivestono nella prevenzione dei problemi del comportamento.

Da un punto di vista giuridico, chiunque abbia una femmina di razza e decide di farle fare una cucciolata viene definito allevatore amatoriale.

Di fatto c’è un’enorme differenza fra il privato che decide di far accoppiare il proprio cane e il cinofilo, che spinto dalla passione per una determinata razza, decide di allevare con consapevolezza, tenendo conto delle leggi della genetica, avendo nozioni non solo di veterinaria, ma anche comportamentali e psicologiche del cane.

Attenzione però, anche qui il cagnaro e sempre dietro l’angolo e con la scusa che ha quattro o cinque cani che fa accoppiare regolarmente (magari anche consanguinei), si spaccia per quello che non è, ma che la legge gli consente di essere.

Pertanto, anche in questo caso, sono validi i “7 punti chiave dell’allevamento ideale” di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente. Vediamo inoltre, quali potrebbero essere i pro e contro rispetto a un allevamento professionale:

PRO

  • I cuccioli devono vivere in casa insieme alla madre fino al momento dell’adozione.
  • L’ambiente domestico è sicuramente molto più ricco di stimoli rispetto a un allevamento che molto spesso, non lo è per niente.
  • Vivendo in casa, i cuccioli hanno la possibilità di familiarizzare con persone, rumori e oggetti diversi.

CONTRO

  • L’allevatore potrebbe avere una preparazione insufficiente in merito a genetica e selezione delle razze.
  • Accertarsi che l’allevatore non faccia accoppiamenti fra consanguinei.
  • Non fidarsi di chi tiene madre e cuccioli in un ambiente separato (soffitta, taverna, giardino, scantinato etc.) poiché un ambiente povero di stimoli, predispone a problemi comportamentali.

IL PRIVATO

Alzi la mano chi non ha mai pensato, almeno una volta nella vita, di far accoppiare il proprio cane?

Basta andare a curiosare fra i vari annunci di vendita che popolano il web, per rendersi conto che è un fenomeno alquanto diffuso. Del resto che ci vuole? Basta mettere insieme un maschio e una femmina e il gioco è fatto?

Spesso uno dei due non ha nemmeno il pedigree, ma che importa? È tanto è bello lo stesso! Il guaio è che purtroppo, indipendentemente dal valore affettivo attribuitogli, un cane senza pedigree non può essere considerato di razza pura e come tale, non può essere neppure venduto, ma piuttosto “ceduto” con un rimborso spese sostenute.
Ecco perché si vedono inserzioni che propongono cuccioli al ribasso!

Il pedigree non deve essere considerato uno “snobismo” utile unicamente a chi frequenta le esposizioni; bensì un documento fondamentale che certifica che si sta acquistando un cane di razza e non semplicemente un cane che gli somiglia, senza un’identità genealogica che lo colleghi ai suoi antenati e quindi, senza un’attenta selezione che comprenda salute, morfologia e carattere.

Detto questo, l’essenziale è che ne siate consapevoli. Ogni cane, indipendentemente dal fatto che sia di razza pura o frutto d’incroci vari, ha diritto a essere amato per tutta la durata della sua vita!

In ogni caso, i pro e contro presi in esame per gli allevamenti amatoriali, restano validi anche per i privati.

Carla Barbetta
Centro Cinofilo Canta Alla Luna

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