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Sviluppo comportamentale: prime fasi di vita

I primi tre mesi di vita del cane sono i più importanti e delicati per lo sviluppo corretto del suo comportamento.
Ciò che avviene in questo periodo è decisivo e talvolta irreversibile: ecco perché è importante conoscere e studiare questo periodo della vita di un cane. Se ne tenessimo conto, una grande percentuale di cani con comportamenti inadeguati non esisterebbero. Cercheremo quindi di dare in questo articolo un’idea di questi principi, invitandovi a leggere e approfondire sui testi di etologia.

Il repertorio comportamentale si sviluppa secondo tappe ben precise, di pari passo con la progressione dello sviluppo neuro – sensorio dell’animale (4). Numerosi studi hanno dimostrato quanto siano importanti le esperienze vissute nelle prime fasi di vita. Il più famoso di questi, al quale tutt’ora si fa riferimento è quello condotto al Roscoe B. Jackson Memorial Laboratory at Bar Harbor, Maine nell’ormai lontano 1945, da J.P.Scott e più tardi con la collaborazione di J. L. Fuller. Tra gli anni ’40 e ’50 John Paul Scott ed i suoi collaboratori. esaminarono in laboratorio una colonia di cani durante le fasi dello sviluppo di comportamenti specifici. I soggetti vennero esaminati fin dalla nascita, le osservazioni comportamentali iniziarono a 3 settimane d’età (1).
L’obiettivo degli autori era di verificare l’ipotesi che esistesse unperiodo critico e analizzare le risposte dei cuccioli a diversi stimoli durante tale periodo.
Le loro ricerche hanno dimostrato che i cani presentano delle specifiche fasi di sviluppo comportamentale. Ogni fase corrisponde ad uno stadio di maturazione fisica e psichica, durante la quale i cuccioli sviluppano il loro comportamento e rispondono in modo diverso agli stimoli.

Queste fasi sono molto delicate perché «Se l’animale non è esposto a stimoli appropriati durante questi periodi, potrà non sviluppare l’appropriato, o desiderato, repertorio comportamentale (…). Se non si consente ai cuccioli di confrontarsi con gli stimoli appropriati nei periodi in cui sono recettivi, i cani possono sviluppare problemi riferibili proprio ai suddetti periodi»(2).

Una piccola esperienza oppure la totale mancanza di esperienza hanno un grande effetto sul comportamento successivo. Successivamente M.Fox ed I. Dunbar hanno confermato quanto scoperto da Scott e Fuller. Per questo motivo è importante conoscere le esigenze del cucciolo per prevenire future patologie.

I periodi indicati devono essere presi come riferimento, e non come valore assoluto. Ogni soggetto è differente dagli altri, esistendo differenze individuali, oltre che tra individui di razze e sesso differente, anche tra gli animali di una stessa cucciolata (5).

1) Periodo prenatale
Gli esperimenti degli ultimi anni nel campo del comportamento del cane hanno evidenziato l’importanza della fase prenatale per il successivo sviluppo comportamentale del cane. Uno studio portato a termine su cagne gestanti da 45 giorni, dimostra l’esistenza di interazioni, durante lo stato embrionale, tra la madre e i feti, tra i feti e l’ambiente esterno e tra i feti stessi (3):
– Madre – feto: quattro cagne in gestazione da 45 giorni sono sottoposte ad uno stress, per verificarne l’impatto sui feti. Lo stressor consiste in una detonazione con una pistola “scacciacani”. Le reazioni dei feti vengono monitorate con un ecografo, descrivendone la durata e la sequenza. I feti reagirono con una modificazione del loro stato, con movimenti di diversa natura e di durata variabile da 6 a 55 secondi. La durata di tali reazioni sembra essere correlata all’intensità di reazione della madre. L’esperimento dimostra che le reazioni emozionali della madre si ripercuotono sui feti.
– Feto – ambiente esterno: tre cagne in gestazione da 45 giorni subiscono, ogni giorno per 5 giorni, una palpazione delle corna uterine piuttosto sostenuta. I feti vengono monitorati mediante ecografia. Il primo giorno i feti reagiscono con una agitazione della durata di 30 secondi. Dal terzo giorno la reazione si attenua progressivamente, e dal quarto giorno scompare in quasi tutti i casi. L’esperimento dimostra una reazione precoce agli stimoli tattili e l’esistenza di un comportamento di abituazione nel feto. Questa capacità di abitudine sembra giocare un ruolo nello stabilire le future soglie di sensibilità tattile (3).
– Un’ultima questione dibattuta è quella relativa all’influenza feto – feto: si ipotizza che, come è stato dimostrato nei bovini e nei roditori, si possa avere anche nel cane una androgenizzazione in utero. I feti possono essere esposti, tramite la madre, alle sostanze presenti nel sangue degli embrioni vicini e si possono verificare contaminazioni ormonali in utero. Questa tesi deve ancora essere dimostrata, ma potrebbe essere molto importante per comprendere alcune forme di aggressività nella femmina del cane (2) E’ indispensabile conoscere questi elementi, sia perché possono modificare profondamente alcuni principi di selezione nell’allevamento, sia perché la loro gestione costituisce già un punto essenziale nella profilassi di alcuni disturbi dello sviluppo (3).

2) Periodo neonatale: prima e seconda settimana di vita
I cuccioli nascono ciechi e sordi, la loro sopravvivenza dipende completamente dalla madre. L’attività fondamentale è rappresentata dal sonno, di cui il 95% è sonno REM. Il tempo di veglia è quasi totalmente occupato dalle poppate. Si assiste ad un rapido sviluppo del sistema nervoso e dei sensi, che verrà completato nel successivo periodo di transizione (5). I cuccioli mostrano una serie di riflessi spontanei: il riflesso di stimolazione alla respirazione, il riflesso perineale ed il riflesso labiale.
Riflesso labiale: appena sentono il capezzolo, scatta il riflesso di suzione che permette loro di alimentarsi e sopravvivere.
Riflesso di stimolazione alla respirazione: la madre stimola il loro primo respiro leccandoli nella zona ombelico-genitale (attenzione quindi a questa fase nel caso in cui la cagna sia al primo parto e non sappia comportarsi correttamente).
Riflesso perineale: Essendo ancora immaturi dal punto di vista sensoriale, la sopravvivenza dei cuccioli dipende completamente dalla madre (5) che deve stimolarli nella zona genitale affinché essi eliminino feci ed urina (se i cuccioli sono orfani dovrà eseguirlo l’uomo o i piccoli moriranno). Proprio il fatto che la madre li capovolga  a pancia all’aria e li lecchi per stimolarli, insegna al cane a utilizzare da adulto il comportamento di “sottomissione passiva” a pancia all’aria, indispensabile per comunicare la propria sottomissione resa e, quindi, inibire nell’altro l’aggressività.

Un cane che da cucciolo non venga stimolato a posizione supina, magari perché allevato in modo non corretto dall’uomo,  non attuerà la sottomissione passiva e avrà, in seguito, grandi difficoltà a relazionarsi con i propri simili, come dimostra un interessante studio su cuccioli di Bassotto Tedesco.
I neonati non possono mantenere la temperatura corporea e sono ammucchiati gli uni sugli altri ed è probabile che le stimolazioni tattili che causano questi contatti giochino un ruolo fondamentale nella maturazione sensoriale (3). I cuccioli orfani fin da tenera età sviluppano molto frequentemente reazioni di fastidio e di aggressività da irritazione se manipolati dalle persone, che spesso riportano segni sulle mani e le braccia. In questa fase “l’assenza di determinati stimoli può causare alterazioni funzionali nell’adulto” (3). L’ambiente influenza fortemente la formazione delle interconnessioni neurali. La sinaptogenesi inizia già a livello embrionale, ma in questo periodo dello sviluppo essa è fortemente influenzata dagli stimoli esterni.
Solo le connessioni interneurali che sono state stimolate si manterranno nel tempo. Ciascun circuito neuronale ha un “periodo critico”: se in questo periodo viene stimolata, la sinapsi si rinforza e stabilizza, ma se le stimolazioni non avvengono allora si osservano delle anomalie nel sistema neurale dell’individuo. Solo le interconnessioni neurali stimolate verranno quindi mantenute, mentre le altre degenerano. Questo fenomeno è assai importante e prosegue fino al periodo di socializzazione.
Per quel che concerne le capacità di apprendimento, pare che i cuccioli abbiano una certa capacità discriminativa e manifestino, già in queste prime settimane di vita, il comportamento di evitamento. Essi reagiscono ai rinforzi positivi, importanti al fine dell’apprendimento. I rinforzi che i cuccioli percepiscono come tali sono il latte, ma, ancora di più, lo sono il contatto con il pelo ed il calore della madre. Si è dimostrato che, contrariamente a quanto molti credevano, un leggero stress e la manipolazione precoce dei cuccioli in da parte dell’uomo hanno un effetto benefico sullo sviluppo del cane (2). Questo non significa che bisogna disturbare i piccoli e prenderli in braccio, ma che è bene avere ogni tanto dei contatti con loro, parlare dolcemente e toccarli lievemente (senza solverli). E’ importante non lasciare completamente isolati madre e cuccioli come alcuni allevatori credevano opportuno.

3) Periodo di transizione: terza settimana di vita
Durante il periodo di transizione, che si situa nella terza settimana di vita (2 e 3), si assiste ad uno sviluppo fisico e nervoso molto rapido (6) caratterizzato dall’acquisizione degli ultimi elementi sensoriali (3). Esso inizia con l’apertura degli occhi e si conclude con la comparsa dell’udito, coincide cioè con la fine dello sviluppo della corteccia cerebrale (3). Si assiste al passaggio al comportamento eliminatorio  normale, senza che la madre li debba stimolare. Alcuni soggetti già a 12 giorni di vita cominciano a reggersi sulle zampe. Proprio in seguito a questo sviluppo degli organi sensoriali, i cuccioli incominciano a percepire moltissimi stimoli e, allo stesso tempo, ad avere un certo grado di indipendenza dalla madre. Gli studi di Scott et al. (1) evidenziarono che dai giorni 13 a 20 i cuccioli aprono gli occhi, diventano più coordinati ed iniziano a sobbalzare ai suoni, intorno ai 20 giorni si ha l’eruzione dei denti e il cambiamento delle capacità motorie e, all’inizio della quarta settimana, inizia il comportamento di scodinzolamento . Tutti questi comportamenti sono soggetti ad una certa variabilità tra razze (1). Intorno al 15° giorni i cani si attaccano alla madre e, se ne vengono allontanati, manifestano grandi disagi. Inoltre i fratellini iniziano a giocare tra di loro e ad interagire in modo sempre più complesso. E’ fondamentale non separare la cucciolata in questo periodo, ne possono derivare gravi conseguenze sul comportamento.

4) Periodo di socializzazione: dalla quarta alla decima/dodicesima settimana di vita. E’ in questa fase che si stabilizzano i rapporti sociali all’interno della cucciolata, che i cuccioli familiarizzano con altri cani, con l’ambiente circostante e con gli esseri umani (4). La madre e la cucciolata Dalla quarta settimana di vita il ruolo della madre e dei fratelli diventa determinate! La madre, infatti, insegnerà ai piccoli a controllare il morso e la stretta mandibolare (“inibizione del morso”) e quindi a giocare senza stringere eccessivamente. In pratica, già dalla terza settimana, i fratellini iniziano a giocare tra di loro, ma ancora non sanno quanto i loro dentini aguzzi possano essere affilati e quanto forte sia la loro mandibola. Ecco che allora un piccolo morde il fratello facendolo piangere. Talvolta i versi del fratello sono sufficienti per interrompere il comportamento, ma molto più spesso i versi acuti stimolano ancora di più la presa. A questo punto la madre interviene. Essa si avvicina e punisce il cucciolo aggressore mettendolo a pancia all’aria e stringendo lievemente il suo musetto. Dopo due o tre volte il giovane cane imparerà che è conveniente evitare di stringe troppo e provocare dolore al suo compagno di giochi, che deve quindi calibrare e controllare il morso, altrimenti la madre arriverà e lo punirà. E’ quindi la madre ad insegnare ai cani l’inibizione del morso. Quando ciò non accade, magari perché separati troppo presto dalla cagna o perché questa non si occupa correttamente dei figli (vedi primipara), i cani potranno poi giocare con i proprietari o con i propri simili senza rendersi conto di stringere troppo e provocare dolore: in un cane adulto di grossa mole, questo può divenire un comportamento molto pericoloso e difficile da gestire. La madre, inoltre, insegna ai piccoli cosa significhi il ringhio e la “gerarchizzazione alimentare” (rispettare l’ordine gerarchico per accedere al cibo). Immaginiamo che un cucciolo si avvicini alla madre quando lei sta mangiando. Visto che ora è grande, non può certo permettersi di rubarle il cibo dalla ciotola: è una questione di regole e di gerarchia, i superiori vanno rispettati e saranno loro i primi a cibarsi, mentre i sottomessi devono attendere lontano il loro turno. La cagna allora emetterà un ringhio, ma il piccolo ancora non sa cosa significhi questo segnale vocale e continuerà ad avvicinarsi, imperterrito….ma verrà punito da lei con i corretti segnali. Un altro aspetto fondamentale è che la calma ed il controllo vengono sempre appresi grazie agli atteggiamenti materni: mano a mano che crescono i cuccioli divengono sempre più intraprendenti ed esigenti e, talvolta, fin troppo insistenti con lei, che appoggiando la zampa sulla loro schiena ed emettendo un basso ringhio, li porta a fermarsi e controllarsi. Se questo non accade potrebbero diventare adulti iperattivi, difficili da gestire e da controllare da parte dei futuri proprietari. Il gioco con i fratelli è ormai un’attività intensa. Anche se non sembra, è proprio giocando che imparano tutti quei comportamenti ed atteggiamenti che saranno poi indispensabili da adulti: la monta, la caccia, l’agguato, l’uso della coda, della bocca, etc. Il gioco, si dice, “è palestra di vita” e se manca (cuccioli orfani e/o isolati dai cospecifici) le conseguenze sono, purtroppo, evidenti. Cuccioli svezzati precocemente e allontanati dai fratelli prima della fine di questo periodo, da adulti possono avere problemi di socializzazione con i loro cospecifici (9). Saranno soggetti troppo orientati verso le persone, con difficoltà a giocare con altri cani (4). L’interesse verso il mondo esterno aumenta progressivamente: prima è rivolto verso gli altri cani, poi verso le persone e successivamente verso i nuovi oggetti e ambienti (2). Le scoperte di Scott et al. , di cui abbiamo già parlato, portarono a definire i periodi di sviluppo del cane:
1. Dalle 3 alle 8 settimane: i cani imparano meglio ad interagire con altri cani (socializzazione primaria intraspecifica)
Dalle 5-8 fino alle 12 settimane: i cani imparano meglio ad interagire con le persone e le altre specie animali (socializzazione secondaria interspecifica)
Dalle 5-12 fino alle 16: i cani esplorano i nuovi ambienti in modo formidabile

Gli altri cani dovrebbero essere conosciuti fin dalle 3/5 settimane di vita. Essi sono indispensabili per permettere ai giovani soggetti di confrontarsi con molti elementi sociali ed imparare quindi a interagire nel modo giusto con i propri simili, di ogni razza e dimensione essi siano. Per un bassotto può essere complesso comprendere i messaggi inviati da un San Bernardo, anche solo per la diversa tonalità dell’abbaio o del ringhio, oppure comunicare con cani a cui sono state amputate la coda e le orecchie (considerando che queste parti del corpo sono essenziali per decifrare i messaggi dell’altro). E’ quindi importante mettere il cucciolo a contatto con più cani possibili. Se non è vaccinato è possibile farlo comunque con quelli che sono regolarmente vaccinati in un ambiente controllato e privo di rischi. Affinché il cane diventi un buon animale da compagnia deve assolutamente imparare ora ad interagire con gli esseri umani e con gli altri animali che vivranno con lui. Tre mesi può essere fissato come limite massimo per la socializzazione spontanea del cane con un’altra specie. Questo attaccamento o socializzazione interspecifica non ha le stesse caratteristiche dell’identificazione di specie: la socializzazione interspecifica (con specie diverse) richiede molta più fatica di quella intraspecifica, sono indispensabili rinforzi perché permanga e non è generalizzata a tutti gli individui della specie ma è limitato alle caratteristiche individuali (uomo, donna, bambino, bianco, nero, con barba etc) Se, ad esempio, il giovane cane in questo periodo non vede bambini potrebbe poi non comprendere che rientrano sempre nell’insieme esseri umani”. Diciamo che, per formarsi un’immagine corretta dell’insieme “esseri umani”, dovrà vedere ed interagire con moltissime persone diverse, di tutte le età, con cappello, bastone, alte e basse, uomini e donne, etc Da tutto ciò deriva l’importanza di far vivere al piccolo tante e diverse esperienze, sempre rispettando i suoi tempi e le sue reazioni (se fosse eccessivamente spaventato o stressato è meglio interrompere e chiedere consiglio ad un esperto). L’ultimo aspetto è quello dell’abitudine a luoghi, odori e rumori differenti. E’ infatti proprio nella fase di socializzazione che i piccoli si adattano a tanti ambienti ed imparano a non temere quelli che scoprono. I cani cresciuti in un ambiente stimolante, risultano più curiosi e più abili nell’affrontare compiti difficili. Un cucciolo cresciuto in campagna fino ai 3 mesi di vita, avrà grandi, se non immense, difficoltà ad adattarsi alla vita in città e potrebbe mostrarsi fobico dei rumori, delle macchine, dell’asfalto a tal punto da non voler neanche uscire di casa. Questo accade proprio perché non si è considerata la socializzazione ambientale: chi li ha allevati fino ai tre mesi avrebbe dovuto portarli a scoprire luoghi diversi da quelli in cui sono nati, farli annusare odori ed udire tanti rumori (anche cd pre-registrati). L’ideale sarebbe portarli in città ed in campagna almeno una volta, in stazione, sulla macchina o sui mezzi pubblici, etc. Naturalmente stando sempre attenti a non esagerare al punto da creare stress. Solo così diventeranno poi cani tranquilli ed in grado di ambientarsi ovunque. Nel programma “Bio-sensor” troviamo: “E’ opportuno che l’allevatore metta a disposizione dei cuccioli oggetti di varia natura: giochi di diverse forme, colori e materiali, scatole di varie dimensioni da esplorare e in cui nascondersi, oggetti rumorosi con cui giocare ecc. Più cose il cucciolo potrà esplorare, più il suo cervello potrà immagazzinare informazioni e aumentare il suo bagaglio di conoscenze. Ogni esperienza nuova, fornirà al cucciolo una possibilità in più per capire il mondo ed interagire correttamente con esso”. Da quanto descritto si evince la necessità di portare la massima attenzione durante queste prime fasi di vita.

dott.ssa Eleonora Mentaschi
Consulente in Scienze Comportamentali Applicate Master in Medicina Comportamentale degli Animali d’Affezione
Direttore Scuola Cinofila Viridea di Rho (MI)
per info: [email protected] – www.ilmiocane.net
Ringraziamo la Dott.ssa Eleonora Mentaschi per i suoi articoli e per la disponibilità.

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